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Nome completo
Leoncavallo, Ruggero
Varianti
Leoncavallo, Ruggiero
Leoncavallo, Roger
Leoncavallo, Ruggero, compositore
 
Ruolo
Musicista
Librettista
Compositore
 
Nazionalità
Italiana
 
Data di nascita
23-04-1857
 
Genere
M
 
Luogo di nascita
Napoli
 
Data di morte
09-08-1919
 
Luogo di morte
 
Biografia
All’anagrafe Ruggiero Giacomo Maria Giuseppe Emmanuele Raffaele Domenico Vincenzo Francesco Donato Leoncavallo. Autore di opere liriche e operette, compose musica teatrale, di solito su libretti propri. Il lavoro del padre Vincenzo, magistrato regio, comportò numerosi trasferimenti della famiglia in varie località del sud Italia, da Napoli a Sanza, a Eboli, a Cava de' Tirreni e poi a Montalto Uffugo in provincia di Cosenza, dove il padre fu pretore. Qui Ruggero trascorse gli anni della sua spensierata fanciullezza, si appassionò alla natura e al folklore locale, e iniziò ad avvicinarsi allo studio della musica grazie alle lezioni del maestro Sebastiano Ricci su una spinetta, attualmente conservata presso il locale Istituto degli Ardorini. Ritornato a vivere a Napoli, nel 1868, fu avviato agli studi musicali presso il conservatorio: frequentò sin da ragazzo i teatri napoletani e si appassionò all'opera lirica. Per poter continuare gli studi a scuola e in conservatorio a Napoli non seguì il padre, nuovamente trasferito prima ad Arienzo (dove nella primavera 1873 morì la madre Virginia D'Auria, poco dopo aver dato alla luce un terzo figlio, Gastone), poi, quale presidente del tribunale, a Potenza. Qui il L. si recava nei periodi estivi insieme al fratello Leone e lavorava dando lezioni di pianoforte ai piccoli del posto. Trasferitosi a Bologna, dove ebbe modo di conoscere Richard Wagner, che nel dicembre del 1876 era arrivato in città per la rappresentazione di Rienzi e il giovane Giovanni Pascoli, cominciò a lavorare a un progetto che chiamò Crepusculum (un richiamo al wagneriano Il crepuscolo degli dei), ideata come una trilogia ispirata al Rinascimento, ma presto l'abbandonò in favore del Chatterton. Concluso il periodo bolognese Leoncavallo rientrò per un paio di mesi a Potenza per il servizio di leva. Successivamente decise di raggiungere lo zio Giuseppe in Egitto, dove lavorò come maestro di pianoforte di Mahmud Hamid, fratello del chedivè, nonché come pianista, dando concerti e lezioni nell'ambito della comunità italiana. Trasferitosi a Parigi nell'estate 1882, avviò la sua carriera come pianista di café chantant e all'Eldorado, per poi approdare ai salotti alla moda e all'ambiente teatrale come maestro di canto, accompagnatore pianistico e autore di fortunate romanze da camera, pubblicate da noti editori, come Choudens. Sposatosi con la francese Berthe Rambaud, sua allieva di canto, il L., dopo sei anni a Parigi, tornò in patria e fissò la sua dimora a Milano, dove continuò a svolgere attività pianistica e di maestro di canto. Presentato da Maurel, tentò di convincere il maggiore editore musicale, Giulio Ricordi, della validità del suo antico progetto operistico: I Medici, primo pannello del ciclo rinascimentale, acquistato, ma senza che se ne realizzasse la messinscena (riacquistato da Ricordi fu messa in scenà al Dal Verme il 10 novembre 1893). Il successo riportato nel 1890 dalla Cavalleria rusticana di Mascagni spinse Leoncavallo a cercare di uguagliarlo con un'opera breve, Pagliacci, "dramma in due atti" composto su libretto proprio in soli cinque mesi; acquistata dal maggiore concorrente di Ricordi, Edoardo Sonzogno, fu rappresentata al teatro Dal Verme a Milano, il 21 maggio 1892. La sua aria più celebre, Vesti la giubba, registrata da Enrico Caruso, fu il primo disco al mondo a toccare il milione di copie di vendita. Alla Metropolitan Opera di New York Pagliacci totalizzò ben 407 recite tra il 1893 e il 1985 (un numero superato solo da alcuni titoli di G. Verdi, Puccini, G. Bizet e Gounod) e al théâtre national de l'Opéra-Comique di Parigi, Paillasse fu dato 477 volte tra il 1910 e il 1950. Nessun’altra delle sue opere riuscì ad eguagliare il successo di Pagliacci: né il giovanile Tommaso Chatterton, rappresentato in una nuova versione in tre atti al teatro Nazionale di Roma il 10 marzo 1896, né La bohème, tratta dal romanzo di H. Murger (6 maggio 1897, alla Fenice di Venezia). Unicamente Zazà, tratta dalla pièce di P. Berton e Ch. Simon, diretta alla prima assoluta da Toscanini, con Rosina Storchio come protagonista (Milano, teatro Lirico Internazionale, 10 novembre 1900), sarebbe entrata nel repertorio, rimanendovi fino alla fine degli anni Venti con significative riprese negli anni Quaranta; nel 1995 fu diretta da G. Gavazzeni a Palermo, con protagonista Denia Mazzola. L'effimero successo di Der Roland von Berlin, rappresentato nella capitale tedesca il 13 dicembre 1904, Maià (Roma, teatro Costanzi, 15 gennaio 1910), Zingari (da Puškin, Londra, Hippodrome, 16 settembre 1912), Goffredo Mameli (Genova, Carlo Felice, 27 aprile 1916) riuscirono a risollevare le sorti del compositore, che nel 1916 si vide costretto a vendere la villa che si era costruito nel 1906 a Brissago (in Svizzera). Il suo innegabile talento di melodista e una certa vena comica lo spinsero a ripiegare sull'operetta, cogliendo diversi successi anche duraturi, tra cui Malbruk (Roma, teatro Nazionale, 20 gennaio 1910) e La reginetta delle rose (data contemporaneamente al Costanzi di Roma e al politeama Giacosa di Napoli il 24 giugno 1912). L'ultima opera, rimasta incompiuta, Edipo re, dramma in un atto tratto da Sofocle, su libretto di G. Forzano, fu completata dall'amico G. Pennacchio e rappresentata a Chicago il 13 dicembre 1920, con protagonista Titta Ruffo, già celeberrimo Tonio in Pagliacci. Nato nel quartiere Chiaia di Napoli.